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N°5 - Nuccia narra la parabola della rondine
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Grazie, Gesù, per averci regalato Nuccia. Alleluia!

MESSAGGIO: LA RONDINErosa

................................................................................................................................8-10-1995
Questa sera non voglio parlare della sofferenza, ma desidero portare nelle vostre case
un pezzetto della mia casa, un pezzetto della mia vita semplice, fatta d’immobilità e lunghi
silenzi. Ma è proprio in questi momenti che trovo la forza di gioire per il dono della vita.
La finestra della mia stanzetta dà su un pianerottolo, dove un tempo la mia famiglia si
radunava, con parenti ed amici, a godere il fresco nella bella stagione. Ora quel pianerottolo
non è più frequentato, è deserto e silenzioso, perché mancano le persone che una volta lo
animavano con la loro presenza. Dal mio letto lo guardo per lunghe ore e mi perdo nei ricordi,
che amo rievocare attraverso le cose. Con lo sguardo accarezzo teneramente le piante di mia
madre, la sua sediolina, il posto che lei occupava sul pianerottolo, guardo con malinconia le
scale da cui vedevo arrivare tanti amici, guardo la finestra chiusa della mia vicina di casa, il
muro di cinta del cortile, un vecchio nido sotto la grondaia.
Tutto alimenta in me una struggente nostalgia.

Penso mia madre, donna dell’accoglienza e del silenzio, esempio di sposa e di madre,
che spese la vita per darla a me fino all’ultimo respiro. Ma il vecchio nido mi scuote dal
torpore e dalla nostalgia del passato, risvegliando poco per volta in me la speranza e la gioia
di vivere. Nelle tristi mattinate d’inverno il vecchio nido mi suggerisce:” Il tempo passa, dopo
l’inverno arriva di nuovo la primavera, torneranno presto le amiche rondini, fedelissime
all’appuntamento di ogni anno. Il loro canto annunciava alle genti che Cristo è risorto ed ha
vinto la morte. Mi unisco spiritualmente al loro canto, gioisco e lodo il Signore che ha fatto
cielo e terra, che manda la pioggia per fecondare i campi e fa brillare il sole sui giusti e sui
malvagi, perché Lui è un Dio, amante della vita. Grande è il suo Amore, eterna la sua misericordia”.
Questo dialogo interiore si protrae da gennaio a marzo,
tutti gli anni nell’attesa della primavera e delle rondinelle.
Finché un giorno all’improvviso un frullio d’ali, seguito da un allegro cinguettio
irrompe nel silenzio del mio pianerottolo e della mia vita. Finalmente, sono ritornate le
rondini, il vecchio nido non è più vuoto. Come la rondine si leva giuliva nel cielo, il mio
cuore innalza a Dio una lode per tutte le meraviglie del creato e per ogni forma di vita; in
modo particolare, per la vita dell’uomo, creatura che Dio ha voluto elevare alla sua stessa
dignità, mediante il dono della libertà, facendolo poco meno degli Angeli, coronandolo di
onore e di gloria, assoggettandogli l’universo, perché lo dominasse e lo custodisse.

Da questo momento il canto delle rondini diventa per me un invito alla lode continua al Creatore, un
invito che accolgo fin dall’aurora, quando le rondini salutano il nuovo giorno, un altro grande
dono del Signore. Il vecchio nido sotto la grondaia mi presenta ogni giorno uno straordinario
scenario di vita famigliare, mediante il succedersi lento d’immagini ricche di poesia e d’innata
sapienza. Esse catturano la mia attenzione e mi guidano a fare dei confronti tra i vari
componenti degli esseri viventi e considerazioni generali sulla vita.
Osservando le rondini, ho scoperto che gli uccelli possiedono il segreto della gioia
perfetta, vivono realmente la gioia di esistere e di essere creature libere, perché vivono nella
semplicità secondo ritmi cadenzati, obbedendo tacitamente alle leggi della natura. Comprendo
quindi che, solo rimanendo nel progetto di Dio, la creatura riesce pienamente a realizzarsi e a
sperimentare l’amore, che è anche gioia di vivere e pace. Ma l’uomo, che è essere libero,
pensante, forte dei doni ricevuti, non sempre è disposto ad ascoltare le leggi che Dio ha
impresso nel suo cuore; le ritiene, in tante occasioni, un impedimento alla sua libertà e decide
di spendere, a modo suo, i talenti di cui dispone, spesso per finalità che non rientrano nel
progetto di Dio. Sciolto ogni legame con l’autore della vita, egli è, perciò, solo capace di
produrre morte e compiere azioni di morte. E’ il trionfo del menzognero, che interviene
con l’inganno, e ha inizio il caos, in cui niente e nessuno è più al suo posto. Non esiste per
l’uomo più una scala di valori, ma ne inventa altri che gli si rivelano dapprima allettanti,
subito dopo disastrosi. Ne sappiamo qualcosa a proposito della legge sul divorzio, sull’aborto,
della tendenza che c’è nella società della libera convivenza,
dell’eutanasia ( detta anche la dolce morte destinata agli ammalati terminali).
In questo disordine il denaro, il potere, il piacere valgono più della stessa vita.

Schiava dei moderni idoli, anche la donna sta ormai perdendo la sua identità, il suo
ruolo nella famiglia. Quest’ultima non è più stabile, è talvolta luogo inospitale, inadatta ad
accogliere e custodire la vita, ad insegnare ad amare. Oggi il bimbo può sperimentare le
violenze più crudeli in famiglia, da parte delle persone che dovrebbero assicurargli tutto il
bene possibile. Abbiamo ultimamente sentito parlare di bimbi abbandonati, maltrattati, violati,
uccisi. Ci domandiamo cosa altro dobbiamo ancora aspettarci, da questa nostra umanità, della
quale tutti facciamo parte. La risposta ci viene dal Signore, morto e risorto per noi.

Gesù ci offre ancora una possibilità per liberarci di nuovo dalla schiavitù. Dobbiamo tornare a
comportarci da creature, come le rondini, che esprimono la loro gioia, cantando e vivendo
insieme, nella semplicità, aiutandosi e amandosi reciprocamente.
In questo momento della
storia dell’umanità, le piccole modeste rondini richiamano dunque l’uomo e la donna alla
vita semplice, all’amore paziente, forte e generoso. Mi piace tanto ricordare l’immagine
della rondine madre che sprona i suoi rondinini a volare, quando essi sono grandi.

Ogni donna che è madre dovrebbe comportarsi con i suoi figli come si comporta la rondine, la quale
svolge il ruolo di nutrice e di educatrice, sapendo che i rondinini non le appartengono, ma
sono della vita. Mi piace di più ricordare l’immagine della rondine madre, che ciba i suoi
piccini. In lei vedo mia madre, la mia buona nutrice, che fino a tarda età m’imboccava, come
se fossi un uccellino, sempre con amore, pazienza, delicatezza. Pensandoci bene, capisco in
questo istante, perché Gesù prima di morire, affidò l’umanità alla donna: Sua madre, Madre
dei peccatori. Ancora oggi alla donna è affidata la sorte del mondo. E’ tempo di
misericordia e solo la donna ricca di misericordia, perché nata per essere grembo dell’uomo,
può diventare leva, che solleva l’umanità dal pericolo della morte. Tesori preziosi ha deposto
nella donna il Signore.
Nata dalla costola di Adamo, la donna è destinata a formare unità con
l’uomo. ”Non sciolga l’uomo ciò che Dio ha unito”, così conclude il sacerdote, quando due
sposi si sono uniti in matrimonio. Grande è la responsabilità della donna nel matrimonio,
anche per il dono della maternità. Nel suo cuore deve albergare l’amore, la misericordia, la
forza, perché dovrà partorire i figli due volte. Una prima volta fisicamente, una seconda volta
spiritualmente. In entrambi i casi dovrà molto soffrire, soprattutto però la seconda volta,
attivando la sua misericordia, che è misericordia di Dio. La donna tornerà a svolgere il suo
ruolo di generatrice di vita per la vita. Perciò vi esorto: “ Siate come le rondini, amate il
Signore, amate la vita, amate l’amore”. Lode e gloria al Signore.
Approfitto per augurarvi buone vacanze, con la gioia e la pace del Signore, e… se vi
trovate ad andare sui prati erbosi, colline verdeggianti, boschi ombrosi e ruscelli, ricordatevi di Nuccia.
Vi voglio bene! Che Dio vi benedica.
A te, Federico, auguri, tu sei un dono prezioso per il dono della speranza.
Nuccia